Anthony B canta

Anthony B è un noto cantante reggae giamaicano, che – come Sizzla e Capleton – aderisce alla corrente dei Bobo Ashanti, uno dei filoni più fondamentalisti del rastafarianesimo (la fede religiosa di ispirazione cristiana diffusissima in Giamaica). Distinguibili dal turbante stretto intorno alla testa, i deejay bobo invocano, attraverso le loro liriche, il ricorso al «fuoco purificatore» contro «il corrotto regno di Babilonia».fonte

Purtroppo, uno dei bersagli più frequenti delle loro invettive è proprio l'omosessualità o – con le parole di questi cantanti – la "sodomia": un chiaro riferimento all'immagine biblica di Sodoma e Gomorra.

E infatti nel 1996 Anthony B pubblica il brano Bun Down Sodom [brucia

Sodoma], incluso nell'album Real Revolutionary (Greensleeves).
Seguito nel 1998 dal brano Cut Out That (incluso nell'LP Seven Seals, VP Records 1999) in cui Anthony B canta: «A go bun all soddom whey dem practice» [brucerò tutti i sodomiti e le loro pratiche].
Nel 2002 esce per l'etichetta Crown International il singolo intitolato Chi Chi Man.

In creolo giamaicano "chi chi" significa letteralmente "termite,

parassita", e "chi chi man" è l'epiteto dispregiativo comunemente

usato per denigrare i gay.
fonte

Ma l'omofobia non è solo un prodotto della dancehall: la musica contribuisce semplicemente ad alimentare, ad amplificare e a diffondere ovunque un pregiudizio culturale preesistente in Giamaica, dove l'omosessualità è ancora considerata un reato, in virtù di una legge che risale ai giorni della schiavitù e del colonialismo britannico. L'articolo 76 del codice penale giamaicano sancisce infatti il reato di «sodomia», definito come «un rapporto anale tra un uomo e una donna o tra due uomini». Chi trasgredisce questa legge può essere condannato a scontare fino a dieci anni di lavori forzati.
fonte

21/06 festa no_omofobia @ baricadero

giovedì 21 giugno

dalle ore 20.00

festa no_omofobia

brindiamo insieme all'annullamento del concerto di Sizzla!

al BARICADERO soft summer bar 

ex cinodromo, via della vasca navale 6

aperitivi, cocktail…

…e selezioni musicali trash/'70/'80

con i dj e le dj del boicottaggio


Anche Bari rifiuta Sizzla!

Siamo dappertutto: ARREENDETEVI! 

anche a Bari c'è chi si mobilita contro il reggae omofobo di Sizzla:

 

l'appuntamento per tutte e tutti coloro che rifiutano chi promuove l'odio e l'intolleranza è

venerdì 22 giugno

davanti al New Demodè Discothèque (via dei Cedri, n.14 sulla Bari-Modugno)

insieme ad Amnesty International

per info: rivoltek@hotmail.it

 

Sizzla viola il Compassionate Act in Germania

Sizzla viola il ''Compassionate Act'' durante i concerti in Germania

Durante il concerto tenutosi il 13 Giugno scorso al Kesselhaus di Berlino, Sizzla ha violato quanto recentemente sottoscritto con il Compassionate Act.
Il cantante giamaicano ha suonato le canzoni ''No No Way'' [No no no no way /
bad man nuh suck pussy / no no no no way / bad man no fuck batty – trad. Niente affatto / i duri non fanno sesso orale / niente affatto / i duri non fottono i froci] e ''Nah Apologize'' [Rastaman nah apologize to no batty bwoy – trad. i Rastaman non chiedono scusa ai froci] e ha lasciato che il pubblico intonasse al suo posto i rirornelli omofobi.

La cosa non ci lascia stupiti. Noi abbiamo sempre affermato dall'inizio della campagna di boicottaggio, che questi accordi servono soltanto a salvaguardare il lato economico della questione, mettendo a posto la coscienza dei tour manager europei e delle case discografiche. Visto che quello che pensavamo succedesse si e' puntualmente verificato, a questo non ci sono piu' scuse e non ci sono piu' Statement che tengano. Ribadiamo la nostra richiesta di annullamento di tutti i concerti di Sizzla in Italia.

Fonte della notizia

Di Francia dichiara: Beenie Man e T.O.K. ANNULLATI!!

L'assessore alle politiche culturali del Comune di Roma Silvio Di Francia, intervistato durante il Gay Pride ai microfoni di RadiOndaRossa, conferma l'annullamento dei concerti omofobi di Beenie Man e T.O.K.

Ascolta 

di francia.mp3

Foto Roma Pride 16_06_07

      

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The day after Pride: aperitivo reggae all’Horus Occupato

Horus Occupato presenta: «The day after Pride»
domenica 17 giugno, dalle 19.00
aperitivo con Women in Reggae
mostre e materiale informativo sulla campagna di boicottaggio dei concerti omofobi
piazza Sempione, 21 – Roma

Roma Pride, 16 giugno 2007

ROMA PRIDE, 16 giugno 2007

Oggi manifestiamo insieme la nostra volontà di autodeterminarci e di scegliere liberamente, nella nostra quotidianità, ciò che più ci rende felici.
Portiamo nelle strade il nostro orgoglio di essere considerat@ divers@: da chi ci giudica e pretende di disquisire sulla nostra sessualità e sul nostro modo di viverla; da chi accetta passivamente un controllo capillare su ogni aspetto della propria esistenza; e da chi questo controllo lo impone attivamente, per continuare ad esercitare il proprio potere.
Siamo antiomofob@, antisessiste, e antixenofob@, nella misura in cui rifiutiamo ogni forma di prevaricazione. Siamo convint@ che l'oppressione di lesbiche, gay, bisex, trans e queer, sia un problema politico di primaria importanza nell'ambito di tutti i percorsi che implicano antifascismo, libertà di scelta e diritti.
Coerentemente con tutto ciò, abbiamo avviato una campagna di sensibilizzazione sul reggae omofobo, con lo scopo di far annullare i concerti in cui si esibiscono personaggi che inneggiano alla violenza contro gay e lesbiche, definendoli come peccatori, pervertiti e quant'altro. Esattamente come fanno la destra radicale e il cattolicesimo che combattiamo ogni giorno.
Abbiamo iniziato lo scorso anno con Buju Banton, proseguendo quest'anno con Capleton ed Elephant Man. I prossimi appuntamenti saranno a Fiesta (Ippodromo delle Capannelle) per Sizzla, Beenie Man e TOK.
Chiunque ritenga opportuno ribellarsi all'odio verso la diversità, soprattutto se associato alla fede religiosa, e all'utilizzo della musica per veicolare messaggi inconcepibili, in un'ottica di cieco consumo, ha una possibilità in più per farlo.
La nostra forza nasce dalla mobilitazione delle singole persone, con modalità il più costruttive e creative possibili. Ogni singolo rifiuto consapevole di finanziare questi concerti e di fruire fisicamente di questi spettacoli, rappresenta il rifiuto di partecipare alla celebrazione della macchina da divertimento in cui tutto è lecito (anche bruciare lesbiche e gay). Ed è già di per sé una conquista.

BOICOTTA LA MUSICA OMOFOBA E SESSISTA!

Rete per il boicottaggio dei concerti omofobi
http://nonsoloreggae.noblogs.org
nonsoloreggae@autistici.org

scarica il volantino 070616_volantino_pride.pdf

il manifesto: la rete contro i concerti omofobi verso il Pride

il manifesto, 14 giugno 2007, pag. 3

No global verso il Pride. In formazione sparsa
I centri sociali con la tecno del Forte Prenestino e il reggae della rete
contro i concerti omofobici. In piazza anche i Cobas. Ma non tutto il popolo no
war si è mobilitato
Giacomo Russo Spena
Roma
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LETTERA APERTA SUI CONCERTI DI SIZZLA, BEENIE MAN E TOK


A pochi giorni dalla manifestazione nazionale del Pride, che si svolgerà a Roma il 16 giugno 2007, alla quale parteciperemo con uno spezzone unitario per combattere qualsiasi forma di discriminazione basata sull'identità sessuale, l'Estate Romana si appresta a regalarci i concerti di Sizzla, Beenie Man e T.O.K. a Fiesta: due cantanti e un quartetto vocale che hanno fatto dell'omofobia il loro biglietto da visita.

Il brano Chi Chi Man dei T.O.K., che dice letteralmente ''Rat tat tat every chi chi man dem haffi get flat'' [Rat-tat-tat tutti i froci devono morire] e ''Blaze di fire mek we bun dem!'' [Appicca il fuoco e bruciali!], è stato usato dal leader del Jamaican Labour Party per promuovere la sua campagna elettorale, alla vigilia delle elezioni politiche del 2001. Non stupisce che in un paese in cui l'omosessualità è punita per legge, la canzone sia diventata uno slogan nazionale. Nel brano Pump Up, Sizzla canta ''Fire fi di man dem weh go ride man behind'' [Brucia gli uomini che fanno sesso anale con altri uomini]. Nel 2004 Sizzla ha dichiarato in un'intervista alla BBC ''They can't ask me to apologize. They've got to apologize to God because they break God's law'' [Loro (i gay) non possono chiedermi di scusarmi. Sono loro che devono chiedere scusa a dio perche' infrangono la legge divina]. Nel 2005 Sizzla ha risposto alle proteste internazionali, scrivendo il brano Nah Apologize [Nessuna scusa], in cui spiega che i ''Rastaman nah apologize to no batty bwoy'' [i Rastaman non chiedono scusa ai gay].

Troviamo vergognoso che messaggi di questo tipo vengano ospitati all'interno di una manifestazione tra le più importanti dell'Estate Romana. Pensiamo che il Comune di Roma non debba permettere che all'interno di iniziative culturali che lo coinvolgono direttamente, ci sia spazio per chi incita alla violenza, alla discriminazione, alla sopraffazione. Chiediamo al Comune di Roma, e in particolare all'assessorato alle politiche culturali, di ritirare il patrocinio offerto a Fiesta nell'ambito della programmazione dell'Estate Romana, nel caso che i concerti di Sizzla (il 21 giugno p.v.) e dei T.O.K. insieme a Beenie Man (l'11 luglio p.v.) vengano confermati.

E rimaniamo ancor più sconcertati dalla vaghezza delle scuse degli organizzatori. Il promoter che organizza il tour italiano di Sizzla (Tour de Force) ha recentemente diffuso una dichiarazione firmata da Sizzla, Beenie Man e Capleton, intitolata Reggae Compassionate Act, presentandola come una dimostrazione di un ''cambiamento di rotta'' da parte dei suddetti cantanti. Le dichiarazioni si possono leggere qui: http://www.sosjamaica.org/test/action.asp?ID=374

Purtroppo queste dichiarazioni non rappresentano una novità ma sono un espediente, già ampiamente usato nel passato, per garantire lo svolgimento di questi concerti in Europa, tappando la bocca alle proteste. Sono dichiarazioni così vaghe e fumose che non si capisce nemmeno con chi o per che cosa i firmatari si stiano scusando e, soprattutto, non dicono esplicitamente che i cantanti smetteranno di diffondere messaggi omofobi durante i loro concerti sia in Europa che nei Caraibi.

Finché questi cantanti non si esporranno pubblicamente condannando esplicitamente la violenza omofoba (sia verbale che materiale), non solo in Europa ma anche in Giamaica, noi continueremo a boicottarli.

Chiediamo dunque agli organizzatori dei concerti di Sizzla, Beenie Man e T.O.K. (a Roma, Osoppo, Milano, Ancona e Bari) di provvedere tempestivamente ad annullare queste date, come coraggiosamente è stato già fatto a Bologna e Torino nel caso di Beenie Man e Capleton.

LA RETE PER IL BOICOTTAGGIO CONTRO I CONCERTI OMOFOBI
http://nonsoloreggae.noblogs.org
nonsoloreggae@autistici.org